In Sicilia, c’è un vino che racchiude il passato, il presente e il futuro dell’enologia isolana.
Si chiama Ceuso 2020, ed è molto più di un semplice blend di Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon e Merlot: è un’ode al genio visionario di Giacomo Tachis e alla maestria della famiglia Tonnino, che oggi ne riporta in vita l’anima.
Nato originariamente nel 1995 dall’intuizione dell’enologo piemontese, Ceuso ha scritto pagine importanti nella storia del vino siciliano, affermandosi come uno dei primi grandi rossi in grado di competere con i giganti internazionali. L’ultima annata, risalente a quasi un decennio fa, sembrava aver messo la parola fine a un’epoca gloriosa. Ma la famiglia Tonnino, guidata da Antonio Tonnino, ha deciso che Ceuso meritava una rinascita.
La vendemmia 2020 segna il ritorno di un vino che è sinonimo di eccellenza e passione. Solo 3.300 bottiglie, frutto di una selezione meticolosa delle uve e di un affinamento curato nelle pregiate barrique Seguin Moreau.
Un vino che, come afferma Antonio Tonnino, “racconta una nuova pagina della viticoltura siciliana, continuando a incarnare l’identità di un’isola dalle radici profonde e dallo spirito innovativo”.
Il tutto accade a Baglio Ceuso, l’antico baglio ottocentesco che la famiglia ha restaurato con rispetto e cura. Qui, tra le colline di Alcamo e il Belice, Tonnino celebra una viticoltura sostenibile e autentica, capace di valorizzare la generosità dei terreni siciliani.
Ceuso 2020 si presenta con un bouquet complesso, dove le note di frutta rossa matura si fondono a sentori speziati e balsamici. È un vino da gustare oggi o da lasciare riposare in cantina, certo che il tempo saprà esaltarne ulteriormente la struttura e l’eleganza.
Con questa rinascita, Ceuso torna a essere il simbolo del rinascimento enologico siciliano, un faro che illumina il percorso futuro della famiglia Tonnino e di un’intera regione.