Si è concluso Sherbeth 2024, la 16° edizione del festival del gelato artigianale che unisce ogni anno maestri gelatieri provenienti da tutto il mondo. Per quattro giorni, da venerdì 8 a lunedì 11 Novembre, si sono alternati tra i palchi di Piazza Verdi, Teatro Massimo e via Maqueda convegni, show cooking e tavole rotonde con degustazioni di particolari gusti di gelato.
Momento clou dell’evento è stato il prestigioso Premio Procopio Cutò, assegnato al miglior gelato realizzato per l’occasione. E a far colpo sui palati della giuria tecnica quest’anno è stata la creazione del cinese Bang Gai, titolare, con la moglie Ivy Li, della gelateria “Sette” di Hangzhou (Cina). “Lemon Tree” (questo il nome del gelato) è stato scelto per il perfetto connubio tra Cina e Sicilia che il mastro gelatiere ha saputo creare, unendo l’aquilaria, un’antica pianta speziata tipica del sud della Cina, ad uno dei frutti siciliani più utilizzati in gelateria, ovvero il limone.
Ne è uscito fuori un sapore delicato e croccante, grazie al mix di foglioline verdi di zucchero e zeste di agrumi, che è stato capace di mettere insieme la tradizione cinese e quella siciliana. Determinante nella scelta è stata anche la presentazione, la scelta delle materie prime e l’osservanza delle tecniche di produzione.
Bang Gai ha affermato di aver scoperto il gelato artigianale durante una vacanza in Italia e quando è tornato in Cina ha iniziato a farlo da autodidatta con l’aiuto di un libro e di internet.
Al secondo e terzo posto due italiani provenienti da Parma, che hanno realizzato due gelati a base di cascara (le bucce fermentate del caffè). Alessia Palmitessa e Giacomo Banchini, della “Cioccolateria Banchini”, sono arrivati secondi con “fior di cascara”, un fiordilatte infuso con bucce di fave di cacao, dolcificato con zucchero di canna e poi infuso con un fiore di tagete minuta. Al gradino più basso del podio Riccardo Primiani della gelateria pasticceria “Da Teo” di Sorbolo, che ha proposto un gelato con cascara infuso in latte e panna e arricchito con miele di alianto e pepe di andaliman.
Diversi anche i premi speciali: Filippo Bertagna vince come “Miglior gelatiere più giovane”, al polacco Thomasz Szypuła va il riconoscimento per la cura dei dettagli, Beatrice D’Arcangelo vince il premio “Innovazione”, mentre Marina Vallongo quello “Valorizzazione del territorio”. Infine il premio “Naming e storytelling” va a Renato Trabalza.
Da sottolineare anche due importanti iniziative a Sherbeth 2024: il gusto dell’accoglienza e il gusto della libertà. Il primo è stato un progetto di inclusione socio-lavorativo che ha visto il gelato diventare veicolo di accoglienza e opportunità, dato che è stato realizzato da Moltivolti, un’azienda di Ballarò nata dieci anni fa dalla volontà di un gruppo di 14 persone provenienti da 8 paesi diversi per promuovere il cibo come strumento di dialogo fra persone e culture diverse.
Il gusto della libertà è stata l’altra iniziativa, moderata dall'attore e conduttore televisivo Roberto Lipari, che visto la preparazione di un gelato con prodotti provenienti dalle campagne sottratte alla mafia. In particolare i maestri gelatieri Vincenzo Lenci e Ilenia Zoli hanno realizzato un gusto al miele e allo zafferano.
Sherbeth 2024 è stato un grande successo di pubblico e una grande vetrina per la nostra Sicilia: al festival c'erano infatti 48 gelatieri in gara, selezionati tra centinaia di candidature provenienti da tutto il mondo, che hanno mostrato la loro arte in show cooking (tutti sold out). Tra i protagonisti di questa edizione gli chef stellati Giovanni Santoro dello Shalai, Carmelo Trentacosti del Mec, Giuseppe Raciti dello Zash. Presente anche Ruben, considerato da Forbes uno dei più bravi food influencer.
“Per noi è un orgoglio avere a Palermo una manifestazione conosciuta in tutto il mondo – afferma uno degli organizzatori della manifestazione Davide Alamia – e la vincita della Cina favorirà ancora di più la diffusione della cultura del gelato artigianale italiano in oriente. Come già accade in Giappone, anche in Cina infatti si sta diffondendo l’abitudine di chiamare con il nome italiano “gelato” il prodotto artigianale per distinguerlo dall’ice cream industriale, sempre più ricco di aria, perché ha più grassi”.
L’ultimo giorno del Festival, lunedì 11, è stato riservato ai professionisti del settore, con una tavola rotonda dove si è discusso del futuro del gelato artigianale, della sua ricaduta sul territorio e della sua evoluzione in cucina e in altri reparti.