“Partecipazione e sostenibilità sociale”, si chiama così l’incontro avuto lo scorso 14 maggio presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania.
L’aula magna è stato il luogo ideale dove organizzare un incontro che ha riunito accademici, attivisti, istituzioni e cittadini: un connubio perfetto da cui è scaturito un dialogo assolutamente necessario. Lo scopo quindi della tavola rotonda era quello di sottolineare come le comunità urbane possano trasformare la realtà locale rendendola città più inclusiva, vivibile e sostenibile. Catania negli ultimi anni si è attivata per portare avanti delle trasformazioni urbane, soprattutto nei quartieri più a rischio.
Per trasformazione non si intendono solamente le modifiche architettoniche ed infrastrutturali ma è un qualcosa che va oltre ed investe le dinamiche sociali, le pratiche partecipative e la cura condivisa degli spazi pubblici.
Questi ultimi, peraltro, come luogo d’incontro per favorire lo sviluppo della propria personalità, conformemente a quanto previsto dall’art 2 della Costituzione secondo cui “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. La tavola rotonda, quindi, ha sottolineato l'importanza della sostenibilità sociale intendendo con essa non il mero approccio green, teso alla salvaguardia dell'ambiente, ma una sostenibilità che affonda sulle questioni sociali; inteso lato sensu come capacità di generare relazioni, costruire legami fatti di fiducia e solidificare alleanze tra chi vive la città.
Una sostenibilità che va oltre l’ambiente
L'incontro ha esordito con gli interventi della professoressa Pinella Di Gregorio, Direttrice del Dipartimento di Scienze Politiche e del Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania che ha sottolineato quanto sia concreto il coinvolgimento delle comunità locali, indispensabili per affrontare le sfide della società odierna con un approccio educativo e culturale.
Interessante l’intervento di Elena Granata, Docente di Urbanistica al Politecnico di Milano che ha divulgato l’idea di città intesa non solo come spazio fisico ma anche narrativo e culturale. I cittadini devono riappropriarsi del senso dei luoghi nei quali si trovano e vivono la quotidianità: orti urbani, biblioteche di quartiere, piazze riconvertite, efficaci punti di ritrovo che nascono da aree degradate ed abbandonate. Non bisogna sognare grandi progetti, bastano dei piccoli atti collettivi; sono quelli che fanno la differenza.
L'incontro è stato moderato dal Professor Carlo Colloca, Docente di Sociologia Urbana che ha dato voce ai protagonisti del cambiamento; educatori, volontari, operatori del terzo settore ma anche genitori e studenti che con la loro esperienza, spesso maturati in quartieri periferici, riescono a dar voce a chi vive quelle realtà.
La tavola rotonda è stato un ottimo spunto per corroborare l'idea che ancora sfugge a molti secondo cui anche nei territori più fragili vi sono delle risorse capaci di dar vita a trasformazioni durature e significative. Lo scopo di questo incontro quindi, come si evince da quanto detto sinora, non era solo quello di confrontarsi ma creare un laboratorio con proposte utili per coinvolgere la comunità e renderli parte attiva di questo indispensabile cambiamento.
