Se c’è una cosa che in Sicilia non passa inosservata – oltre al mare cristallino, l’Etna maestoso e le arancine rigorosamente con la "o" – è il momento in cui si scotola la tovaglia dopo un pasto. Non importa se hai pranzato con un modesto piatto di pasta o con un banchetto degno di una festa di matrimonio: la tovaglia, alla fine, va rigorosamente scotolata.
Ma cos’è questo scotolare, e perché i siciliani lo fanno con una certa teatralità che sfiora l’arte performativa? Scopriamolo insieme!
L’Etimologia di "Scotolare": una storia di vibrazioni
Il verbo “scotolare” deriva dal latino excutulare, che significa “scrollare via” o “togliere scuotendo”. Si tratta, insomma, di un gesto antico quanto il pane raffermo, che affonda le sue radici nella pratica contadina di non sprecare nulla. Le briciole che cadevano venivano raccolte, date agli animali o, più poeticamente, “ridate alla terra”.
In Sicilia, però, questo semplice gesto non è mai stato solo funzionale. Lo scotolare la tovaglia ha assunto un valore simbolico: è un modo per "chiudere" il pasto, liberare la tavola dal superfluo e augurare a quelle briciole una nuova vita. È come un piccolo rito che unisce il pratico al poetico.
Curiosità e aneddoti Siciliani: scotolare con personalità
Le briciole per le formiche: In molte famiglie siciliane, specialmente nei paesini, si dice che le briciole lasciate cadere dalla tovaglia siano un'offerta per gli animaletti del cortile, formiche incluse. “Anche loro devono mangiare!”, direbbe una nonna con tono solenne.
Il vento e la maledizione delle briciole: Non sempre il gesto dello scotolare va liscio come l’olio. Una raffica di vento improvvisa può trasformare le briciole in armi letali, scagliandole contro i parenti seduti nelle vicinanze. Una leggenda metropolitana narra di zie che, dopo un’infelice scotolata, non si sono parlate per mesi.
Il cortile come complice: In Sicilia, molti pranzi domenicali si concludono con una bella scotolata direttamente in cortile. E attenzione: la direzione del gesto è fondamentale. Mai scotolare verso l’uscio di casa o, peggio, verso il giardino del vicino. È una regola non scritta ma ferrea.
Lo Scotolare: un Simbolo di economia e convivialità
Dietro a questo piccolo gesto si nasconde tutta la filosofia della Sicilia: niente si butta, tutto si trasforma.
Le briciole di pane possono essere raccolte e usate per le polpette, o magari per una "muddica" da spargere sulla pasta. La tovaglia, invece, è pronta per un altro giro: spesso è una di quelle in plastica colorata, indistruttibile e macchiata di sugo come una mappa della Trinacria.
Ma il vero segreto dello scotolare sta nel suo lato sociale. È un momento che segna la fine del pranzo, spesso accompagnato da battute, racconti di famiglia o l’immancabile discussione su cosa cucinare il giorno dopo. E chi si alza per primo e prende la tovaglia per scotolarla ha sempre un piccolo applauso simbolico: è un gesto che chiude il cerchio, come l’ultimo sorso di caffè.
Scotoliamo con orgoglio
In un mondo in cui tutto sembra scorrere troppo veloce, lo scotolare la tovaglia è un gesto che invita alla lentezza. È un promemoria che anche le piccole cose – come raccogliere le briciole – possono avere un significato più grande.
Quindi, la prossima volta che vi trovate a tavola con dei siciliani, aspettate con curiosità quel momento magico in cui qualcuno esclama: “Passami la tovaglia, ché la scotolo io!”.
E ricordate: le briciole che scivolano via non sono altro che piccoli pezzi di felicità che tornano alla terra. E non è forse questa la vera essenza della Sicilia?