
A cento anni dalla sua nascita, il Teatro Stabile di Catania ha organizzato una mostra dedicata a Giuseppe Fava, personalità poliedrica e mai dimenticata. Personaggio di spicco che ha dato tanto alla cultura siciliana in ogni sua forma. Giornalista, drammaturgo e scrittore, faceva della sua penna il suo tratto distintivo per raccontare la visione del suo mondo, inasprendo e sottolineando vizi e virtù.
Per non parlare chiaramente del teatro, suo grande strumento e sapientemente usato per meglio raccontare ed attaccare le discrasie sociali. La mostra, fruibile dal 16 al 29 aprile dalle 15:00 alle 19:00, ingresso libero, nasce dalla sinergia tra il Teatro Stabile e la Fondazione Fava la cui presidentessa, la dott.ssa Francesca Andreozzi, nipote del celebre giornalista si è detta entusiasta di questo progetto, un ricordo doveroso.
L'esposizione è un'occasione per attingere dall'estro creativo di un uomo scomparso prematuramente e barbaramente; era il 05 gennaio del 1984 quando Giuseppe Fava venne ucciso brutalmente dalla mafia proprio davanti al Teatro Stabile, nella via a lui oggi dedicata. Francesca Andreozzi ha voluto altresì ringraziare il Teatro Stabile per l’esposizione, che sia un’occasione per farlo conoscere alle nuove generazioni che in quel triste giorno dove si è consumata la tragedia, non era ancora nato.
Fava ed il Teatro, un legame che sopravvive alla morte
L’inaugurazione è stato un successo, sin dal taglio del nastro. Chi si reca al Ridotto Sala Verga potrà destreggiarsi tra disegni, schizzi, bozzetti, foto di scena, locandine, copioni, tutto ciò atto a dimostrare quanto fosse importante il Teatro per Giuseppe Fava e viceversa, una fonte inesauribile di ispirazione. Cronaca di un uomo, La violenza, Bello, bellissimo!, Ultima Violenza, sono solo alcuni dei testi teatrali più significativi del giornalista ed in generale della drammaturgia italiana prodotta nella seconda metà del Novecento.
Titoli importanti a cui si aggiungono altresì Opera Buffa, Sinfonie d’Amore, Cronaca di un uomo e Vangelo secondo Giuda, messi in scena dopo la morte del drammaturgo.
Il teatro come strumento per criticare con una punta di sarcasmo le piaghe della società quali corruzione, mafia ed ingiustizie, un modo insomma per far emergere le contraddizioni della realtà siciliana.
Teatro ma anche quadri e disegni, Giuseppe Fava usava tutti i mezzi a disposizione per raccontare la realtà umana; opere con le quali riusciva ad entrare nel cuore della gente. Il Teatro, dimensione da sempre relegata alla finzione, diventa prepotentemente il luogo ideale dove trovare la Verità.
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