Catania si accende di riflessi d’oro, pelle nera e rock’n’roll, con BAROCK, Bold Iconic Tribute to Gianni Versace, una mostra evento site specific curata da Sabina Albano, docente di Fashion design all'Accademia delle belle Arti di Catania, che fonde moda, arte, storia e danza in un’esperienza multisensoriale travolgente.
Nel cuore pulsante di Catania, tra stucchi dorati, specchi antichi e scalinate scenografiche, Palazzo Biscari ha riaperto le sue porte alla moda, trasformandosi in un palcoscenico barocco per celebrare uno dei più grandi geni del design italiano: Gianni Versace.
Un tributo non convenzionale, intenso, spettacolare, ambientato in una delle dimore storiche più affascinanti d’Europa, simbolo dell’eccesso aristocratico settecentesco. Il risultato? Un cortocircuito visivo e culturale dove ogni sala ha svelato un volto diverso del mito Versace.
«Ogni abito è un reperto. Un frammento di storia contemporanea, intriso di simboli, citazioni e provocazioni», ha affermato la curatrice Sabina Albano, figura di riferimento nella ricerca sulla moda come espressione artistica. «Gianni Versace ha saputo portare la classicità nel futuro, con una visione che ancora oggi parla di libertà, bellezza e coraggio creativo».
Nel sontuoso Salone delle Feste, dieci outfit della celebre collezione Bondage hanno catalizzato l’attenzione: abiti in pelle nera, borchie lucenti, spille da balia oversize, tagli profondi e silhouette scolpite. Provenienti dalla A.C. Private Collection di Antonio Caravano e da Franco Jacassi, i capi rappresentano l’essenza del massimalismo anni ’90 – quel connubio perfetto tra alta moda e cultura underground che solo Versace sapeva padroneggiare.
Ma la mostra non si è fermata all’apparenza. Nella Galleria laterale, i volti di icone come David Bowie, Marlene Dietrich, George Michael e Pasolini – immortalati nei bozzetti di Bruno Gianesi, ex direttore creativo uomo e balletto per la maison – hanno raccontato l’intersezione tra moda, musica e cinema. Un racconto visivo che ha proiettato il visitatore in una costellazione di personaggi che hanno incarnato lo spirito libero e provocatorio dello stilista calabrese.
Nel cuore più intimo del Palazzo, il Boudoir della Principessa ha ospitato una selezione di acquerelli e complementi d’arredo della Home Collection Versace, in un dialogo raffinato tra l’architettura storica e il design contemporaneo.
Ma il momento più vibrante dell’evento è stato quello del ballo. Non una semplice performance, ma un vero atto scenico in cui i corpi dei danzatori hanno dato vita agli abiti. L’energia della musica, le luci dorate, la fisicità fluida e potente hanno trasformato le sale in un set cinematografico dal sapore decadente e rock.
«Indossare Versace è come abitare un’opera d’arte – ha raccontato Franco Jacassi, –. Ogni movimento diventa dichiarazione. Ogni passo, ribellione».
L’evento ha visto la partecipazione attiva dell’Accademia di Belle Arti di Catania, che ha contribuito con progetti, allestimenti e presenza giovane e vivace. Un ponte tra generazioni, tra passato e futuro, che ha rafforzato il valore educativo e culturale dell’iniziativa.
Dopo le sette tappe internazionali – dalla Polonia alla Svezia, passando per Berlino e Napoli – BAROCK con tutta la sua carica provocatoria e raffinata, dimostra che il linguaggio visivo di Versace è ancora oggi attuale, necessario, immortale.
E l’appuntamento non si ferma qui: il sipario cala, ma la promessa è già nell’aria. L’evento si rinnoverà il prossimo anno, con nuove sorprese, nuove declinazioni e nuove celebrazioni per chi crede, come Gianni, che l’eleganza è uno stato d’animo.